| A. PIO DEL BROCCO – Tutte le direzioni
Tecnica
Stampa Tipografica da tecniche dirette su pvc e Solvent Printing su plexiglass.
Matrici
3, misure: 237 x 340 | 123 x 181 | 60 x 245 mm.
Tiratura
Edizione: da 1/50 a 50/50 + 11 P.d’A. I/XI – XI/XI – 10 P.d’A. 1/10 – 10/10.
Carta
Fabriano – Tiepolo 310 gr. – 33 x 48 cm.
La volontà di sperimentare è uno degli aspetti più interessanti della ricerca pittorica di Pio Del Brocco. Parlare di pittura sembrava quasi riduttivo considerando una fase ormai lontana del suo lavoro, in cui materiali diversi, e spesso inconciliabili (lamiere, fili spinati, legni, specchi) si combinavano per sfidare in un certo modo, inedito, la spazialità bidimensionale e l’idea stessa di una composizione organica. Poi, recentemente con il ciclo delle Apparenze la pittura ha ripreso pienamente il sopravvento, attraverso effetti di trasparenza, colori vibranti, geometrie che alludono di nuovo, sia pure con una diversa intensità, ad un alternarsi di piani percettivi. Anche in questi lavori vi è comunque una idea sperimentale nella invenzione di velature created alla sovrapposizione di una fibra leggera, trasparente, che accentua la luminosità del colore e rende ancora più misteriosa la spazialità geometrica. La facilità nel disegno, la rapidità di esecuzione che lo ha portato a realizzare bozzetti numerosissimi mescolando grafite, pastelli, pennarelli, gesso… non necessariamente come preparazione di un’opera pittorica, avrebbe potuto condurlo con altrettanta facilità di esecuzione alla attività incisoria. Ma anche in questo caso Pio ha voluto sperimentare ricercando una matrice alternativa, prima acciaio inox, poi plexiglas e infine pvc, un materiale duttile che nell’incisione permette di realizzare incavi profondi, forme che hanno una consistenza maggiore del segno. In questo caso la base di partenza è un dipinto in cui i bozzetti a cui accennavo, quei segni corposi, disarticolati in ogni direzione hanno trovato una precisa accezione in un’opera pittorica più complessa. Nella incisione i colori sono più ridotti rispetto al dipinto originario, ma altrettanto vibrante è l’effetto di luce, di contrasto tra i neri di fondo e i bianchi segnati, lavorati, che riempiono le forme, il verde che attenua il movimento vorticoso, ma che al tempo stesso è una materia colorata. La molteplicità dei segni, quegli incavi profondi che sembrano proiettarsi oltre la lastra “simulando uno spazio possibile”, permettono anche in questo caso di superare la bidimensionalità.
Claudia Terenzi